mercoledì 11 giugno 2008

Educazione al consumo

Come accennato nella misura precedente, inizia ad emergere il ruolo assolutamente rilevante che l’educazione al consumo ha. Questa rilevanza va di pari passo con la constatazione che non solamente attraverso la rete internet è possibile ed auspicabile promuovere il prodotto dell’azienda.
Le attività che si stanno proponendo rientrano in una strategia di comunicazione integrata e di uso massivo della rete internet, ma la ricerca non si limita a ciò.
Risulta infatti necessario anche progettare una serie di attività che, parallelamente a quelle condotte online, vengano realizzate fuori dalla rete. Ed è quello che nei prossimi punti verrà fatto.
Un punto di contatto fra le due linee di ricerca che concorrono a caratterizzare la presente ricerca può essere costituito proprio dall’educazione al consumo, poiché questa pratica fornisce lo spunto per creare percorsi, pratiche, strategie e progetti che l’azienda può realizzare sia in rete per comunicarli, sia fuori dalla rete e quindi praticamente.

In particolare in questo secondo caso si pensa in questa sede ad un’azienda che idei e promuova nelle scuole del territorio progetti di educazione al consumo. La rete internet, e la consumazione in rete, può servire quindi per offrire adeguata copertura mediatica ai progetti, per finalizzare il futuro lavoro degli studenti, per fare informazione, per fare informazione etica e responsabile promuovendo un approccio sostenibile al consumo.
Prima di analizzare questi progetti occorre soffermarsi brevemente proprio sull’educazione al consumo, che se ben comunicata può rappresentare il valore aggiunto dell’azienda. E in quest’ottica rientrano le iniziative comunicative in tema di educazione al consumo e consumo sostenibile.
Acquisire un ruolo trainante al riguardo, promuovere consumo e produzione etici, valorizzare la conoscenza del prodotto significa anche porsi in maniera diversa sul mercato, e ciò in un mondo globale risulta molto importante perché permette di creare una forte differenziazione rispetto ai competitors. La produzione etica, e lo sviluppo di pari passo di percorsi di educazione al consumo, si sposano del resto altrettanto bene con un tipo di consumo molto particolare qual è quello della Sottomuro, e come lei di tante altre piccole aziende che vivono di un commercio con vendita diretta basato interamente sulla fiducia verso il produttore e sull’alta qualità mantenuta in maniera naturale. Ma non basta. L’educazione al consumo e la produzione etica sono centrali in una fase di mercato nella quale i consumatori, subissati di offerte differenziate e parimenti spesso spaventati dai sempre più frequenti disastri ambientali e contaminazioni alimentari, ricercano con insistenza garanzie di produzione di alta qualità e sostenibilità.

In quest'ottica, come primo passo prima di passare ad altri progetti, si individua come necessaria la creazione da parte dell’azienda di una guida “Educazione al consumo” e di una guida “Consumo etico e sostenibile” da diffondere attraverso il sito internet. Obiettivo è assurgere ad azienda primaria, innovatrice e che detti le linee di sviluppo diventando punto di riferimento non solo nella fase di produzione e di commercializzazione dell’olio extravergine d’oliva, ma in tutta la filiera produttiva moderna.
Questa situazione darebbe grande vantaggio competitivo anche nei confronti di compratori esterni, istituzioni pubbliche ed enti privati chiamati ad investire in prodotti di qualità.
Infine la realizzazione delle due guide, di qui a breve progettate, permetterebbero l’allacciamento di relazioni commerciali, ma non solo, con soggetti di notevole rilevanza nazionale da tempo impegnati in questa attività di formazione e comunicazioni, quali ad esempio la Coop.


L'educazione ai consumi è uno dei cardini delle politiche di difesa e protezione dei consumatori, sia a livello europeo sia a livello mondiale. Per questa ragione l'Unione Europea ha stimolato e valorizzato le iniziative nei Paesi membri, con l'obiettivo di aiutare i giovani ed acquisire informazioni e comportamenti consapevoli nella gestione delle risorse, dei beni e dei servizi. Tali azioni hanno anche lo scopo di render consapevoli i giovani (oltre che gli adulti) dei loro diritti e del loro di potere di utilizzarli per modificare, orientare il mercato e, se occorre, difendersi da esso.
Nel corso degli anni, la cosiddetta consumer education è passata dalla fine pionieristica degli anni '60 al consumerismo degli anni '70, dall'attenzione agli aspetti ecologici del consumo ('80) alla centratura sulla sicurezza ('90).
Oggi siamo alla fase della cittadinanza attiva, che prospetta, per il cittadino, un ruolo di partecipazione, responsabilità e senso critico di fronte a un mercato globale sempre più forte, che influenza la sfera economica, ma anche la cultura e la società.
Ma che cos'è in concreto un'animazione sul consumo consapevole?
Scopo dell'educazione al consumo è sollecitare atteggiamenti di consumo critico e responsabile che tengano conto del proprio rapporto con il mondo dei consumi e delle motivazioni che determinano le preferenze individuali.
Si invitano i consumatori a interrogare i prodotti di consumo per tracciarne la provenienza, le funzioni, i criteri con cui sono imballati e presentati, la quantità e qualità di forza lavoro impiegata per ottenerli, l'impatto che possono esercitare sul nostro benessere e sulla salute dell'ambiente.
Il metodo utilizzato durante i laboratori prevede il coinvolgimento attivo dei ragazzi che, incoraggiati attraverso tecniche e strategie partecipative, possono costruire e accrescere le proprie competenze sulla base degli stimoli ricevuti e delle riflessioni maturate.
Punto forte delle attività è proprio l'intervento in prima persona dei ragazzi, che possono dedicarsi alla realizzazione di un orto biologico, mettere a confronto alimenti ed etichette, ricostruire il ciclo dell'acqua riconoscendone la natura di risorsa finita, intervistare i clienti di un supermercato per sondare l'opinione e il livello di informazione sugli organismi geneticamente modificati, imparare a identificare le spezie attraverso i sensi, scoprire alcuni meccanismi degli spot pubblicitari guardandoli da dietro le quinte e realizzandone di propri, oppure, attraverso specifici giochi di ruolo, mettersi nei panni dei coltivatori del Sud del mondo per esplorare le dinamiche che regolano il commercio internazionale.
E' negli anni '80, in seguito al forte sviluppo dei consumi, che Coop comincia a promuovere esperienze formative rivolte ai giovani di tutte le fasce d'età. I ragazzi vivono in un mondo attraversato da intensi flussi comunicativi e da strategie informative che cercando di convincerli ad acquistare certi prodotti, a vedere o leggere certi film o libri, a pensare certe cose...Questi flussi condizionano la loro possibilità di comprendere la la realtà, esprimersi, comunicare.
Di fronte all'arcipelago di oggetti, sogni e bisogni indotti dalla pubblicità, l'educazione al consumo consapevole, allora diviene un'occasione per aiutare i ragazzi a diventare cittadini più consapevoli e consumatori critici che si guardano mentre scelgono, che conoscono le relazioni che collegano il sistema dei consumi con l'ambiente, la società, l'economia, l'etica. Dunque l'educazione al consumo consapevole è una scelta di metodo.

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